venerdì 22 marzo 2013

Maggio 13 - interculturalità

Un interessante estratto dal report disponibile su lamaternachevorrei.

Susanna Mantovani, docente di Pedagogia generale e sociale alla Bicocca, riprende questa concezione sfaccettata di cultura facendo notare che non riguarda solo la Cultura insegnata a scuola ma influenza anche aspetti di relazione e percezione che invece spesso avvertiamo come naturali, come il controllo del corpo (mangiare, dormire, gestire lo spazio). 

Porta al riguardo alcuni esempi: nella Guyana Francese è normale che un bimbo di due anni maneggi il coltello, nei Paesi nordici non si usa far dormire i piccolini nel lettino con le sponde alte come in Italia, in Germania ci sono nei giardinetti strutture per arrampicata che da noi verrebbero riservate ai grandi. Osserva anche come siamo normalmente abituati a utilizzare la nostra cultura come metro di valutazione delle altre, errore da cui è necessario distaccarsi per parlare di intercultura, dove tutte le culture si confrontano su un piano paritetico.

Quanto al preconcetto degli stranieri “incompetenti” linguisticamente, la professoressa invita a contare le parole utilizzate da un bambino bilingue che sta apprendendo l’italiano e a confrontarle con la varietà lessicale di un bambino italiano che sta ugualmente imparando a parlare, per capire che in realtà il piccolo bilingue ne usa in media di più. Per  andare oltre gli stereotipi è meglio lavorare − come sta succedendo in alcuni nidi − su temi concreti, come quello sulle regole e la cittadinanza, il lecito, lo stare insieme.

Grazie! Vogliamo continuare a crederci


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