martedì 24 giugno 2014

Neuropsichiatria infantile per piccoli e grandi

“Molti anni fa un bambino pesarese delle scuole elementari cominciò a manifestare ticnervosi e disturbi di comportamento sempre più marcati: batteva gli occhi per ogni piccolo motivo di tensione, aveva continui movimenti compulsivi delle braccia e delle spalle, emetteva strani gridi gutturali. Il bambino era figlio unico in una famiglia borghese del tutto normale, era assistito da un pediatra e le analisi non mostravano problemi fisici o neurologici. "Passerà", dicevano i medici e ripetevano a se stessi i genitori, "col tempo e con la crescita tutto andrà a posto". Ma il disturbo non passava, anzi cresceva di intensità e di frequenza. Il bambino continuava ad emettere i suoi versi animaleschi facendo girare la gente per strada, nonostante l'assunzione di qualche blando sedativo. I genitori non sapevano più a che santo votarsi, finché qualcuno li consigliò di andare a Roma per un consulto col più famoso neuropsichiatra infantile del nostro Paese.

Il professore lo visitò brevemente, parlò con i genitori e col bambino, poi li congedò con una ricetta che diceva (più o meno) così:
  1. Giocare a tennis;
  2. Andare in bicicletta col papà per i viali di Pesaro;
  3. Frequentare il più possibile gli amici boy-scout;
  4. Aiutare qualche volta la mamma nelle faccende di casa;
  5. Sfogliare ogni giorno un giornale insieme al padre, per commentare insieme i titoli più importanti.
Non era prevista alcuna analisi neurologica, né l'assunzione di alcun farmaco.

Giovanni Bollea, il fondatore della neuropsichiatria infantile, è un personaggio che merita attenzione. Si scopre che ha detto, fatto e pensato molte cose di buon senso, che vanno oltre la definizione tecnico-scientifica delle sue ricerche.

E' stato piacevole scoprire che è esistito un momento in cui la scienza e l'importanza della sana vita affettiva procedevano abbracciate.

Si parla di bambini diversamenti abili, caratteriali, con disturbi di apprendimento fino a considerare (in quanto unico evolutivo) l'adolescenza e la vita sociale collaborativa.

Ecco qualche link per iniziare:

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